Il testamento di Madre Serena Ciserani

LASCIARE IN EREDITA’

l’ultimo intervento della Madre alla Scuola di spiritualità 2018

Manaus è una città di circa due milioni di abitanti e trenta chilometri di diametro, posta in una zona dove non avrebbe mai dovuto nascere una città: il cuore della foresta Amazzonica brasiliana.

Per arrivarci c’è solo l’aereo che sorvola la foresta più grande del mondo, oppure, più tradizionalmente, il traghetto che impiega più di cinque giorni per fare il percorso tra Belem, una città posta sulla foce del Rio delle Amazzoni e Manaus.

Nel 2015 Madre Serena Ciserani, Superiora Generale delle Figlie di S. Maria della Provvidenza, Opera Femminile don Guanella, nonostante la salute già precaria, con due consorelle brasiliane suor Nely Bordignon e suor Neuza Giordani, accompagnate dal Vescovo Mons. Edson Damian, affrontarono una vera e propria avventura di fede: raggiungere da Manaus, le comunità indigene di São Gabriel da Cachoeira; un angolo vastissimo e remoto dell’Amazzonia brasiliana. Centomila abitanti sparsi nella foresta infinita, 18 lingue e ben 23 etnie.

Un mondo fragile, costantemente violato da interessi economici e dallo sfruttamento delle risorse naturali, delle materie prime e delle popolazioni.

Ormai da tempo, l’Amazzonia non rappresenta solo un grave problema ecologico, sociale e politico, ma chiama in causa direttamente la Chiesa per porre un argine alle depredazioni, alle ingiustizie, all’inquinamento, alle espropriazioni dei territori, all’offesa della vita umana.

Una Chiesa che col Sinodo Panamazzonico ha voluto ribadire la dimensione missionaria e profetica, presente e alleata dei popoli nei loro territori.

Come figlia spirituale di don Guanella, Madre Serena aveva scelto di spendere la vita per edificare la Chiesa nelle periferie del mondo, tra i poveri e i lontani; andandoli a cercare con le sue consorelle, nei territori più estremi del mondo.

Anche nei luoghi in cui nessuno vuole andare, oltre le proprie forze, oltre ogni ostacolo.

Ti raccontiamo #UNSOGNODACOMPIERE

In Italia il Covid-19 ha cambiato per sempre le nostre abitudini, ci ha tolto per un lungoperiodo la libertà, a molti ha tolto persone care.

In Brasile ancora oggi, la situazione è drammatica, specialmente nella capitale dello Stato di Amazonas: Manaus. Per accogliere il numero crescente di bare, il cimitero pubblico di Nossa Senhora Aparecida ha raso al suolo una vasta area di foresta tropicale per scavare decine di fosse comuni nel terreno argilloso. La mancanza assoluta di assistenza sanitaria e aiuti alimentari per chi già prima della pandemia, viveva al limite della sopravvivenza, ha alimentato la rabbia e la disperazione delle persone.

Il virus divampa nella foresta pluviale, insinuandosi nei territori abitati dagli indigeni e diffondendosi tra le tribù.

La regione è completamente impreparata, molti media parlano di Manaus come un inferno senza via di uscita. Eppure un segno di speranza c’è.

Una nuova comunità di suore guanelliane è stata aperta proprio a Manaus, a marzo 2020.

Le religiose collaborano con un sacerdote guanelliano, parroco di Nossa Senhora das Graças che così racconta:

La parrocchia è inserita in un vasto territorio periferico della città. Ad essa appartengono due quartieri separati da un lago: d’una parte c’è la Colonia Antonio Aleixo e dall’altra il Bela Vista. Il primo quartiere compone circa l’80% del territorio parrocchiale. Entrambi sono segnati dall’evidente marginalità, povertà, degrado edilizio, morale e spirituale. Nei due quartieri è concentrata una popolazione di circa 40.000 abitanti. La popolazione parrocchiale ha una sua particolarità rispetto a tutta la città di Manaus: soprattutto gli anziani portano nel corpo segni di mutilazione per lebbra.  Ai margini dei quartieri, ci sono le baraccopoli, luoghi distanti, un po’ isolati e di difficile accesso; alcuni si raggiungono attraversando il lago andando in diverse direzioni. Sono segnati da una forte presenza del narcotraffico”.

La pandemia ha ridotto la popolazione allo sfinimento per fame e malattia.

Con la prima raccolta fondi realizzata in nome di Madre Serena, i religiosi sono riusciti a rispondere ai bisogni immediati delle persone, ora però è necessario non abbandonarle.

Con gli amici e conoscenti di Madre Serena, con gli operatori delle Case dell’Opera don Guanella, il Movimento Giovanile Guanelliano, i volontari, con i Servi della Carità, i Guanelliani Cooperatori promotori dell’iniziativa desideriamo che il sogno di Bene di Madre Serena continui e porti nuovi frutti.

Con lei vogliamo continuare a sognare ad occhi aperti, con animo vigile, propositivo, che non si arena all’impossibile.

Insieme possiamo!

La tua donazione servirà alla comunità presente a Manaus per proseguire la missione di carità.

Un gesto di generosità che potrà salvare tante vite.

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