Da Pianello a Como
Dopo l’amara esperienza di Olmo, nell’ottobre 1881 il vescovo lo inviò a Pianello del Lario, sul lago di Como, dove il parroco don Carlo Coppini, defunto da poco, aveva raccolto un gruppo di giovani consacrate per assistere i bisognosi in un ospizio in località Camlago.
Quel gruppo di giovani donne, tra cui le sorelle suor Marcellina e suor Chiara Bosatta, diventerà il primo embrione della Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Lo zelo e la carità apostolica di don Luigi incrementarono l’opera benefica fino ad espanderne l’attività nel cuore della stessa città di Como.
«L’ora della misericordia», come chiamava don Guanella il momento propizio del favore divino, giunse quando Il 5 aprile del 1886, verso l’imbrunire, una barca con poche masserizie, due suore e alcune orfanelle salpò dall’imbarcadero di Pianello del Lario per giungere a Como. Qui ebbe inizio l’attività della “Piccola Casa della divina Provvidenza”, poi “Casa Divina Provvidenza” per evitare l’omonimia con l’istituzione del Cottolengo. La prima comunità era guidata dalla giovane suor Chiara Bosatta, che però dovette tornare dopo pochi mesi a Pianello del Lario perché gravemente malata; morì il 2 aprile dell’anno seguente, offrendo la sua vita per il progresso dell’Opera nascente. Fu beatificata da Giovanni Paolo II il 21 aprile 1991.
Durante il periodo di permanenza nella parrocchia di Pianello del Lario, don Guanella poté anche dedicarsi, oltre ad un’intensa attività pastorale, alla stesura di una quarantina di operette rivolte al popolo su temi di ascetica, catechesi, agiografìa, storia.
Semi di carità
La piccola istituzione di Como, nonostante gli inizi veramente difficili, in breve tempo crebbe e si consolidò, diventando un punto di riferimento per la città e il territorio; inizialmente pensata per accogliere domestiche a servizio nelle famiglie della cittadina lariana e orfanelle, via via la Casa aprì le sue porte a ragazzi poveri, giovani studenti, anziani, sacerdoti anziani, infermi, ciechi, sordomuti, “buoni figli”, come egli chiamava affettuosamente i disabili mentali, di entrambi i sessi. Nella città di Como don Guanella trovò un grande appoggio nel vescovo Andrea Ferrari, divenuto poi nel 1894 cardinale arcivescovo di Milano e beatificato da Giovanni Paolo II nel 1987.
Fu lo stesso vescovo che suggerì a don Guanella di costruire una grande chiesa non solo per i ricoverati della Casa “Divina Provvidenza”, ma aperta anche al pubblico, che diventasse un punto di riferimento per tutta la città; il 19 aprile 1892 ne benedisse anche la prima pietra. La chiesa, dedicata al Sacro Cuore, fu consacrata il successivo 6 aprile; con i successivi lavori del periodo 1913-1915 fu ampliata con l’aggiunta del transetto, delle due relative cappelle e della riproduzione della Scala Santa, del Calvario e del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Dopo pochi anni, nel gennaio 1897, nella frazione di Lora, sotto una monumentale magnolia, don Guanella firmò il contratto di acquisto per 45 mila lire di una antica filanda chiamata “La Binda”, dove trasferirà il reparto femminile, dedicandolo a Santa Maria della Provvidenza.
Una cambiale in bianco – in quel momento il sacerdote non aveva a disposizione la cifra necessaria – prontamente onorata qualche giorno dopo grazie ad una cospicua donazione di un benefattore.
Uno dei tanti “scherzi” della Provvidenza, nella quale don Guanella credeva fermamente.
Oltre alla Congregazione femminile delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza (FSMP), don Guanella raccolse intorno a sé anche un gruppo di sacerdoti, i Servi della Carità (SdC) e con loro emise la prima professione religiosa perpetua, nel santuario del Sacro Cuore, ai primi vespri della solennità dell’Annunciazione, il 24 marzo 1908.
I semi germogliano
Dal capoluogo lariano la sua instancabile fede lo portava dovunque c’era da soccorrere il bisogno.
Nel 1900, con la bonifica di un terreno paludoso nella vasta area povera e malsana all’estremità settentrionale del lago di Como, chiamata Pian di Spagna, avviò la Colonia agricola, il villaggio e la Casa di Nuova Olonio, con una chiesa dedicata a San Salvatore e alla Madonna del Lavoro.
Nel 1903 don Guanella arrivò anche a Roma, per essere accanto al Papa e per dimostrare la sua fedeltà alla Chiesa grazie ad una testimonianza luminosa di carità e ardore apostolico.
I Servi della Carità si presero carico della Colonia agricola “San Giuseppe” di Monte Mario a Roma, con annesso un ricovero maschile, poi trasferito in via Aurelia Antica.
L’anno successivo venne aperto anche un Istituto femminile per disabili presso la Basilica di S. Pancrazio.
Papa Pio X fu un grande amico e sostenitore di don Guanella e non gli fece mai mancare il suo appoggio.
Nel 1909 i Servi della Carità cominciarono il loro servizio pastorale nel quartiere romano di Porta Trionfale e don Guanella cominciò a pensare ad una grandiosa chiesa dedicata a San Giuseppe, su progetto dell’ing. Aristide Leonori, inaugurata il 19 marzo 1912.
Presso la chiesa, oggi Basilica Minore, don Guanella fondò la Pia Unione del Transito di San Giuseppe, un’associazione di preghiere e opere buone per i morenti. San Pio X non solo caldeggiò l’iniziativa, ma volle essere il primo iscritto dell’associazione.
Lo zelo missionario che animava don Guanella toccò anche l’America del Nord, dove tanti emigrati soffrivano disagi e difficoltà.
Nel dicembre del 1912, a settant’anni, don Guanella si imbarcò e raggiunse gli Stati Uniti per preparare la strade alle sue suore, che raggiunsero Chicago per aprirvi una Casa l’anno successivo.