Don Luigi Guanella nasce a Fraciscio, frazione del comune di Campodolcino (SO), in diocesi di Como, il 19 dicembre 1842 da Lorenzo e Maria Bianchi, nono di tredici figli; il giorno seguente gli fu amministrato il sacramento del Battesimo nella chiesa di Campodolcino dal secondo cugino don Gaudenzio Bianchi.
Senza dubbio i genitori sono state figure fondamentali nella costruzione della sua personalità e spiritualità.
Due figure complementari: pa’ Lorenzo, robusto di fisico e di spirito, ispirava sicurezza, stabilità e forza, anche se era poco incline alla tenerezza.
La severità di pa’ Lorenzo veniva però ampiamente mitigata dall’affabilità e dalla dolcezza di mamma Maria. Due polarità differenti e complementari, capaci di creare un buon equilibrio e una grande armonia. L’amore, la stima e l’ammirazione, la devozione di don Luigi nei loro confronti erano assai profondi: ormai anziano, confessa ai suoi confratelli che «la Provvidenza […] gli diede genitori cristiani, che gli apprendessero quelle virtù di pietà e di amore al lavoro e al sacrificio». Ma non solo: la profonda fede della famiglia, scandita dalla Messa, dal Rosario, dalla lettura della Bibbia e delle Vite di Santi, dall’abbandono nelle mani di Dio, ha influito in modo determinante sul suo futuro.
L’INFANZIA
Luigi Guanella visse a Fraciscio la sua infanzia fino ai dodici anni accanto ai genitori e ai fratelli e sorelle. Una vita caratterizzata da profondo spirito di fede, dallo studio, dalle faccende domestiche, alla scuola, dal lavoro della campagna a quello di pastorello sugli alpeggi di Motta e dell’Angeloga. Bambino allegro e vivace, a volte un po’ spericolato, giocando con la sorella Caterina, era solito impastare terra e acqua dicendo: «Quando saremo grandi faremo così la minestra ai poveri». Il 30 giugno 1849, a sei anni, ricevette la cresima, dal vescovo Carlo Romanò nella parrocchiale di Campodolcino; l’8 aprile 1852, nel giorno della sua prima comunione, sull’altura di Gualdera, il piccolo Luigi ha quasi una predizione della sua missione: in un momento di solitudine, egli ricorda «nel suo cuore si svolgeva un paesaggio di soave dolcezza, quasi di paradiso, che lo persuadeva a forti propositi di bene»