L’UOMO

L’incontro con ogni storia umana può sempre essere anche una strada che conduce a Dio.
Così è prima di tutto nella vita e nella persona di un santo.

Così è stato in Don Luigi Guanella.
Guardando al suo vissuto familiare prima e al suo cammino sacerdotale e di fondatore poi, si nota quanto la Grazia sappia operare in una persona che si rende docile all’azione provvidente di Dio.

L’AMBIENTE DI DON GUANELLA
Per conoscere e capire la vita e l’opera di Don Luigi Guanella dobbiamo partire dai luoghi della sua infanzia, dalle montagne belle e aspre della Val San Giacomo che lo videro nascere e tra le quali crebbe e trascorse i primi anni della sua vita.

Val San Giacomo o valle Spluga, come – da meno di un secolo – si preferisce chiamare oggi una delle tre valli che costituiscono la Valchiavenna.

In dialetto è detta anche val di Giüst da quelli che abitano al piano perché, a differenza del resto della Valchiavenna, la gente di lassù godette il privilegio, nei tre secoli di dominio grigione (XVI-XVIII), di essere giudicata per le cause civili da un’autorità amministrativa locale.

È una terra, quella in cui vide la luce don Guanella, dove la religione era particolarmente sentita, vivificata da due santuari: quello di S. Guglielmo De Orenga, che nella seconda metà del XIII secolo si ritirò in eremitaggio sulla sponda del torrente Liro a monte di San Giacomo, e quello di Gallivaggio, sorto poco a monte, sul luogo dove il 10 ottobre 1492, alla vigilia della scoperta dell’America, due ragazze annunciarono l’apparizione della Madonna.
Nel 1512 la valle, con il dominio grigione, intensificò i contatti con le popolazioni a Nord del passo dello Spluga soprattutto grazie ai Porti, l’organizzazione di trasporto di merci in monopolio da Chiavenna a Coira.

Nonostante gli stretti e quotidiani rapporti con i Grigioni, che in maggioranza avevano accolto la Riforma protestante, in val San Giacomo, a differenza del resto della Valchiavenna, non si ebbero adesioni alla nuova confessione.

Don Guanella nacque, verso la metà dell’Ottocento, quando era tutto un fiorire di vocazioni religiose in valle, e particolarmente nella sua Fraciscio.

«Vita e pratica religiosa erano un tutt’uno in un ambiente dove di questo aspetto rimangono tante testimonianze, anche d’arte» (G. Scaramellini, Prefazione in A. Folonaro, S. Fasana, Sui passi di don Luigi Guanella.

In cammino con il Santo tra Fraciscio e Como, Lyasis Edizioni, Sondrio 2013.

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