
Roma, 21 aprile 2025
Carissime/i Consorelle, Confratelli, Cooperatori e Cooperatrici,
Papa Francesco è stato chiamato alla Casa del Padre e ha salutato tutti il giorno di Pasqua, con la benedizione Urbi et Orbi e il “pellegrinaggio” tra i fedeli assiepati in piazza San Pietro, come un pastore buono che vuole stare in mezzo al suo gregge sino a offrire la vita.
Lo confermano le parole finali del suo testamento:
“La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”.
Ci uniamo al cordoglio di tutta la Chiesa e di tante persone che nel mondo hanno saputo riconoscere in Papa Francesco un uomo di Dio, un avvocato dei poveri e degli emarginati, un testimone saggio e coraggioso dei valori più grandi dell’umanità…
Ringraziamo il Signore per il dono della sua esistenza, feconda di messaggi evangelici di verità e di amore, fatti di parole, di scritti, di insegnamenti, ma soprattutto di gesti autentici e profetici.
Vogliamo anche noi far risuonare il nostro piccolo ricordo personale, riandando all’Udienza generale che Papa Francesco concesse alla Famiglia Guanelliana in occasione dell’anno centenario della nascita al cielo di don Guanella, 12 novembre 2015.
Prima di tutto un gesto che non ha bisogno di commenti.
Il cerimoniale prevedeva che al termine dell’Udienza un gruppo di rappresentanti, scelti dalle Figlie di S. Maria della Provvidenza, dai Servi della Carità e dai Guanelliani Cooperatori, provenienti da varie parti del mondo, avrebbero baciato la mano al Santo Padre. Erano disposti nelle prime file sulla sinistra dell’Aula Paolo VI, pronti a salire sul palco, ma Papa Francesco è sceso invece dall’altra parte e ha scelto di salutare una per una tutte le persone, disabili e anziane, che vi erano schierate sulle loro carrozzine.
E poi le parole di un discorso che sembra avvalorato dalla vita stessa di Papa Francesco.
Nell’incontro festoso e solenne il Santo Padre ha provato ad immaginare che cosa il Fondatore avrebbe voluto dire per confermare la sua Famiglia nella fede, nella speranza e nella carità, e ha pensato a tre verbi concreti: fidarsi, guardare e affrettarsi.
“Fidarsi. La vita di Don Guanella ha avuto al centro la certezza che Dio è Padre misericordioso e provvidente. Questo era per lui il cuore della fede: sapersi figlio sempre amato, di cui il Padre si prende cura, e quindi fratello di tutti, chiamato a infondere fiducia. Dio è padre e non riesce a non amarci. Nemmeno è capace di stare lontano dai suoi figli. Se siamo distanti da Lui, veniamo attesi; quando ci avviciniamo, siamo abbracciati; se cadiamo, ci rialza; se siamo pentiti, ci perdona. E desidera sempre venirci incontro”.
Sentirsi figlio sempre amato … fratello di tutti … nella certezza che Dio desidera sempre venirci incontro: non è forse una bella sintesi anche della spiritualità di Papa Francesco, che ha fatto della misericordia la strada maestra della nuova evangelizzazione?
Il secondo verbo è guardare. Il Padre creatore suscita anche la creatività in coloro che vivono come suoi figli. Allora essi imparano a guardare il mondo con occhi nuovi, resi più luminosi dall’amore e dalla speranza. Sono occhi che permettono di guardarsi dentro con verità e di vedere lontano nella carità. A questo sguardo gli altri non appaiono come ostacoli da superare, ma come fratelli e sorelle da accogliere…Nel mondo non mancano mai i problemi e il nostro tempo conosce purtroppo nuove povertà e tante ingiustizie. Ma la più grande carestia è quella della carità: servono soprattutto persone con occhi rinnovati dall’amore e sguardi che infondano speranza.
Avere occhi capaci di guardarsi dentro con verità e di vedere lontano nella carità … vedere gli altri non come ostacoli ma come fratelli e sorelle da accogliere … combattere la carestia della carità: un programma “guanelliano” che Papa Francesco ha vissuto in pienezza, con gesti profetici, che hanno risvegliato la Chiesa, scosso l’indifferenza di tanti e infuso speranza.
E infine, affrettarsi… Come il Padre è delicato e concreto nei riguardi dei figli più piccoli e deboli, così anche noi non possiamo far attendere i fratelli e le sorelle in difficoltà, perché – sono sempre parole di Don Guanella – “la miseria non può aspettare. E noi non possiamo fermarci fino a quando ci sono poveri da soccorrere!”. La Madonna si affrettò per raggiungere la cugina Elisabetta (cfr Lc 1,39). Anche noi ascoltiamo l’invito dello Spirito ad andare subito incontro a chi ha bisogno delle nostre cure e del nostro affetto, perché, come insegnava san Luigi, “un cuore cristiano che crede e che sente non può passare davanti alle indigenze del povero senza soccorrervi”.
Non possiamo far attendere i fratelli e le sorelle in difficoltà … : la sollecitudine del Santo Padre ha spinto la Chiesa ad uscire verso le periferie, ad accogliere tutti, ad alzare la voce in difesa degli oppressi, a cercare ogni mezzo per promuovere la riconciliazione, la pace, la fratellanza.
Nel ricordo di quella Udienza uniamo alla preghiera di suffragio per Papa Francesco l’impegno ad attingere luce e forza dalle sue parole, dal suo esempio e dalla sua intercessione, per vivere in modo degno la nostra vocazione guanelliana.
E’ una fonte sicura, poiché, come ci ricorda il Santo Fondatore: “Lo Spirito Santo a guisa di luce purissima rischiara la mente del Pontefice. La luce di Spirito Santo, dalla persona del Vicario di Gesù Cristo, si espande in chiarore di fiammella lucente nella mente e nel cuore di tutti i fedeli, che sono i figli devoti a colui che in terra tiene le veci del Signore e Salvatore nostro”. (Vol.III p.964)
Il Santo Padre Francesco ci ha lasciato il 21 aprile, anniversario della beatificazione di suor Chiara, ci piace immaginarli insieme, con don Guanella e tutti i Santi, immersi nell’abbraccio del Padre, il cuore colmo di gioia e di amore e gli occhi aperti ai bisogni dei fratelli e delle sorelle ancora pellegrini nel mondo.
Ci accompagni il suo saluto al termine dell’Udienza alla Famiglia Guanelliana:
La vostra famiglia è sorta nella fiducia del Padre, sotto lo sguardo di Gesù e nelle mani materne di Maria.
Vi ringrazio per il bene che fate e vi incoraggio a continuare, senza stancarvi.
Vi benedico tutti con affetto. E vi chiedo per favore di pregare per me. Non dimenticatemi!
Padre Umberto Brugnoni SdC
Dott. Antonio Valentini GC
Sr Neuza Maria Giordani FSMP
Il 5 marzo 2025 si è celebrato il 125° anniversario della fondazione della Casa Sacra Famiglia di Fratta Polesine, una delle opere fondate direttamente da san Luigi Guanella nel territorio polesano.
La giornata si è aperta con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Pierantonio Pavanello, Vescovo di Adria-Rovigo, nella chiesa interna alla struttura. Alla cerimonia hanno preso parte autorità civili e religiose, tra cui il Sindaco di Fratta Polesine Giuseppe Tasso e il Presidente della Provincia di Rovigo Enrico Ferrarese, accolti dalla Superiora sr. Neli Salete Bordignon e dalla comunità religiosa.
A cura di Wladimiro Bogoni SdC
Nel Documento Giubilare, tra i “luoghi” di pellegrinaggio il Papa ci invita a varcare la porta della persona nel bisogno, del povero, di quanti sono in attesa di un gesto di carità. Le 14 porte delle opere di misericordia materiali e spirituali si aprono quando scorgiamo nel volto dei nostri fratelli, in particolare nei poveri, nei malati, nei carcerati, nei profughi, la carne viva del Cristo sofferente, l’immagine visibile del Dio invisibile. Come è possibile che Gesù si identifichi con ogni povero e che il suo volto diventi “porta d’indulgenza giubilare”?
Una descrizione precisa e attenta del ritratto fisico di don Guanella ce la offre don Carlo Molinari, nel 1903.
Era l’anno dell’arrivo dell’Opera a Roma e don Guanella aveva 61 anni.
«Immagina un prete sulla sessantina, piuttosto alto di statura, con due larghe spalle con poco curve, ma assai poco, sotto il peso di una bella e proporzionata testa, nella quale si agitano e si dibattono sempre nuove e alte iniziative (…). Gli occhi ha vivaci e penetranti come due frecce, ma ordinariamente tenuti chini a terra nel raccoglimento dei molti pensieri che gli fervono senza posa nel capo il dì e la notte. Il naso regolare e la bocca piuttosto piccola, con due labbra coralline, che sfiorano un sorriso angelico, rivelante la bontà squisita del suo animo e la cara arguzia del suo spirito…».
Un ricordo riconoscente
Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Madre Rosa Costantini, nostra carissima Superiora Generale, prematuramente scomparsa il 19 dicembre 1985 all’aeroporto di Malpensa, di ritorno dall’America Latina. Era nata il 23 marzo 1924 a Brenta, e aveva guidato la Congregazione dal luglio 1970. La vogliamo ricordare con affetto e riconoscenza per il grande bene che ha fatto, sulla scia del nostro Fondatore, San Luigi Guanella.
Silvia Fasana
«Aveva ricevuto dal Signore, doti non comuni di intelligenza, di capacità intuitiva, di ascolto, di prudenza, di tolleranza, di creatività organizzativa. Per tutte aveva sempre una parola di incoraggiamento, di stimolo, ma anche di fermezza che instillava negli animi di chi la circondava, un senso di fiducia e di sicurezza. Era la Madre per eccellenza, colei che amava tanto, ma anche colei che sapeva, al momento opportuno, correggere con infinita dolcezza. […] a chiunque incontrava, ripeteva sempre le parole del Fondatore e delle prime Suore: “Abbiate fede e fiducia nella Provvidenza, lei non ci abbandonerà mai”» (La Voce, gennaio-aprile 1986).
Siamo nel mese di ottobre, mese guanelliano, mese del Rosario e mese missionario. Tante di noi non possono partire in missione, ma accompagniamo le sorelle missionarie in India, nelle Filippine e adesso suor Maria Marcuş e suor Daniela Pop che stanno avviando una nuova esperienza in Moldova.
L’esperienza delle juniores del Tempo di Approfondimento del Carisma (TAC) sui passi del Fondatore, accompagnata dalla formatrice suor Melania Farcas e da don Nico Rutigliano, Vicario Generale SdC. Scopri il cammino
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