LA BEATIFICAZIONE

Col titolo «Elette rappresentanze di Sacerdoti e Fedeli nella fulgente Basilica Vaticana», in un lungo articolo pubblicato il 26 ottobre 1964 “L’Osservatore Romano” presentava la cronaca della memorabile giornata del 25 ottobre, festa di Cristo Re.
La cospicua delegazione degli infermi
La glorificazione dei Servi di Dio che la suprema Autorità della Chiesa suole proporre alla venerazione da parte dei fedeli, quali esempi fulgidissimi da ammirare ed imitare durante il cammino della vita terrena, riesce sempre solenne. Ieri inoltre la Beatificazione del gran fondatore Luigi Guanella ha assunto una nota di profondo significato.
Insieme con le folte rappresentanze dei Religiosi Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, accanto ad alti dignitari e personaggi, era una delegazione cospicua di coloro che hanno le primizie della premurosa assistenza da parte delle spirituali Famiglie del nuovo Beato: gli infermi.

Ad essi con paterno affetto si è avvicinato il Papa, ammetendo tutti e singoli al bacio della mano, ed avendo per ognuno un’affettuosa parola di conforto e di speranza. Alla grandiosa assemblea i sofferenti hanno portato la nota eccelsa della carità vissuta ed attuata sempre, ovunque: secondo l’insegnamento divino del Redentore del mondo.

Il Beato Luigi Guanella ha conosciuto San Giovanni Bosco: si è ispirato all’opera gigantesca di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo. Ieri il Santo Padre ha spiegato il segreto di tante fioriture di generosa e delicata assistenza: e ancora una volta la Chiesa esulta per gli invitti eroi che dal Cuore di Cristo attingono fortezza, resistenza, audacia: la vittoria.

L’analogia tra il Beato Guanella e il Servo di Dio Don Orione, entrambi con il nome benedetto di Luigi, ebbe conferma bellissima in una tragica sventura che colpì l’Italia, nel gennaio del 1915, con il terremoto della Marsica.

I due eletti Sacerdoti accorsero, spinti dalla carità, sul luogo del cataclisma per effondere i tesori della cristiana assistenza e salvezza. Desolazione, freddo intenso ed intemperie, difficoltà enormi di comunicazioni – il treno che portò il Beato Guanella ad Avezzano impiegò oltre dieci ore per compiere una distanza di 107 chilometri da Roma – scarsità di medicinali e di viveri. Eppure nulla potè arrestare un ardore apostolico che guidò questi Angeli del Signore a sostare lunghe ore sulle macerie, a raccogliere e trasportare i feriti in ricoveri confortevoli, soprattutto a curare tanti e tanti piccoli orfani che trovarono in quei cuori l’affetto medesimo del grande Amico dell’infanzia, il Salvatore Gesù.

La vita, la storia della Chiesa è perenne cantico di carità.

La solenne proclamazione
Ed eccoci alle notizie sulla memoranda giornata. Ieri, domenica, nella Basilica Vaticana si è svolto il sacro Rito per la Beatificazione del Ven. Servo di Dio Luigi Guanella, fondatore della Congregazione dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza.

Alle ore 10,00 il Capitolo Vaticano, con l’Em.mo Cardinale Arciprete, Paolo Marella, si è recato processionalmente nell’abside per prendere posto a sinistra dell’altare; e nell’apposita bancata di destra, ricoperta di arazzi, prendevano posto gli Em.mi Cardinali componenti la Sacra Congregazione dei Riti.

Erano presenti anche numerosi Arcivescovi e Vescovi; tra i quali S. E. Mons. Bonomini, Vescovo di Como, S. E. Mons. Giovanni Vonderach, Vescovo di Coira. Presenti pure i Superiori Generali dei Salesiani, Orionini, Consolatini.

Nella basilica erano gli stendardi riproducenti le due guarigioni miracolose ottenute da Dio, per l’intercessione del novello Beato. La prima concerne il risanamento istantaneo della bambina Maria Uri dell’ Istituto di Santa Maria della Provvidenza in Como – Lora, il 29 maggio 1932, da peritonite acuta diffusa settica con prognosi infausta, e già in stato preagonico. La seconda guarigione è quella della Signora Teresa Pighin in Cordignano (Udine), sanata il 2 dicembre 1934, da spondilite tubercolare con paraplegia pastica e male di Pott.

Entrato il clero nell’abside, il Postulatore della Causa Don Ezio Cova, della Congregazione dei Servi della Carità, si appressava accompagnato da S.E. Mons. Enrico Dante, Segretario della S. Congregazione dei Riti, al Prefetto della stessa Congregazione, Em.mo Cardinale Arcadio Maria Larraona, per rimettergli la lettera apostolica in forma di “breve” e rivolgergli preghiera di ordinarne la promulgazione.

Il Porporato rimandava S. E. Mons. Segretario all’ Em.mo Signor Cardinale Paolo Marella, arciprete della Basilica, per chiedere – secondo la prassi – la “venia” di leggere il Documento nella Basilica. Ottenutala, Mons. Rufini, Canonico vaticano, da un piccolo podio faceva lettura del “Breve”, nel quale il Sommo Pontefice Paolo VI, dopo una sintesi sulla vita e sulle eroiche virtù del Venerabile, dichiara di ascriverlo tra le schiere dei Beati. Il Breve reca la firma dell’ Em.mo Cardinale Amleto Giovanni Cicognani, Segretario di Stato.

Compiuta la lettura, tutti sorgevano in piedi e, mentre l’Em.mo Cardile Marella intonava il Te Deum, tra il commosso e devoto entusiasmo e le acclamazioni dei fedeli, veniva tolto il velario che ricopriva la “Gloria” nella raggiera del Bernini e veniva scoperta la reliquia del Beato posta sull’altare. Terminato il canto dell’Inno Ambrosiano, l’Em.mo celebrante, fatta la invocazione al novello Beato, ne cantava l’Oremus e ne incensava la reliquia e l’immagine.

Quindi deposto il piviale e assunti i paramenti per la S. Messa, iniziava il solenne pontificale, assistito dai canonici Monsignori Altabella Gracia, prete assistente; Piovesana, diacono; Masci, suddiacono. Dirigevano il sacro rito i cerimonieri della Basilica.

Frattanto a cura della Postulazione, coadiuvata dal Cav. Adriano Gabrielli, della Congregazione dei Riti, venivano distribuite le «vite» del Beato, a cominciare dagli Em.mi Cardinali, dagli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi e dai Dignitari della Congregazione dei Riti.

Il Santo Padre venera il nuovo Beato

Alle ore 16,30, il Santo Padre, in mozzetta e stola rossa, è disceso avendo al seguito i Prelati e gli altri Dignitari della Sua Anticamera – nella Basilica, ricevuto dal Capitolo Vaticano con a capo il Signor Cardinale Arciprete Paolo Marella, il quale porgeva l’acqua benedetta a Sua Santità. Il Papa, dopo esser si segnato, asperge a i presenti.

Nella Cappella della SS.ma Trinità era riunito il Sacro Collegio. Erano presenti i Signori Cardinali: Tisserant, Pizzardo, Aloisi Masella, Cicognani, Ferretto, Gonçalves Cerejcira, Capello, Agagianian, Spellman; Ruffini, Quiroga y Palacios, Légier, Giobbe, Cento, Confalonieri, Bueno y Monreal, Testa, da Costa Nunes, Antoniutti, Ottaviani, Larraona e Albareda. Presenti pure i Patriarchi di Babilonia dei Caldei, Paolo II Cheikho, e di Cilicia degli Armeni, Ignazio Pietro XVI Batanian.

Ricevuto l’omaggio dei Signori Cardinali, l’augusto Pontefice, salito in sedia gestatoria, faceva ingresso nella navata centrale e, tra le vivissime acclamazioni dei Padri Conciliari e del popolo, si dirige a verso l’abside.

Dinnanzi all’Altare della Cattedra, il Santo Padre, disceso dalla sedia gestatoria, si inginocchiava al faldistorio; e, mentre la Cappella Giulia eseguiva l’Ave verum, veniva esposto il Santissimo.

Il Signor Cardinale Gonçalves Cerejeira, Primo dell’Ordine dei Preti, porgeva il turibolo al Sommo Pontefice, che incensava l’Ostia Santa. Quindi i cantori eseguivano l’Inno Iste Confessor cui seguiva l’Oremus del nuovo Beato.

Cantato il Tantum ergo, durante il quale il Santo Padre incensava nuovamente il Santissimo, il Vescovo di Como, Mons. Felice Bonomini, impartiva la Benedizione Eucaristica, assistito da Mons. Puccinelli, diacono e Drago, suddiacino e dai Cerimonieri della Basilica. Terminata la sacra funzione, il Postulatore della Causa, Don Ezio Cova, accompagnato dal vescovo di Como, dal Superiore Generale dei servi della Carità, Don Armando Budino, dal Vicario Generale della Congregazione Don Luigi Alippi e da alcuni componenti il Comitato, dal Sindaco di Como, dalla Superiora Generale delle Figlie di S. Maria della Provvidenza e da parenti del novello Beato, si appressava al faldistorio per la presentazione dell’artistico Reliquiario, delle Immagini e Biografie; nonchè del tradizionale mazzo di fiori.

L’artistico reliquiario argenteo reca su una base di malachite, un bassorilievo in argento raffigurante Don Guanella tra un Religioso e una suora delle Congregazioni da lui fondate e attorniato da assistiti. Sopra il bassorilievo, nel centro di una croce, fiancheggiata da Angeli, è la teca con la reliquia. A Sua Santità veniva pure offerta la medaglia commemorativa del fausto avvenimento. L’augusto Pontefice nel gradire i doni aveva parole di compiacimento e di paterna riconoscenza per gli illustri offerenti.

La vita e le Immagini venivano ugualmente distribuite ai Signori Cardinali, ai Patriarchi, agli Arcivescovi e Vescovi, e ai Prelati presenti; al Corpo Diplomatico; ai Dignitari laici della Corte Pontificia; alle altre Personalità.

Il Santo Padre si recava poi all’altare papale per rivolgere la sua parola ai pellegrinaggi giunti in Roma per la beatificazione. Pronunziata la venerata Allocuzione, l’augusto Pontefice si recava presso alcuni malati, assistiti dai Servi della Carità, sostando accanto alle carrozzelle e alle barelle e intrattenendosi con ognuno di essi con paterna affettuosa sollecitudine, tra la commozione vivissima degli ammalati e dei fedeli più vicini.

Quindi risaliva in sedia gestatoria e lasciava la Basilica tra le entusiastiche acclamazioni di omaggio e di riconoscenza.

Presenze illustri

Nelle tribune loro riservate erano gli alti Prelati della Segreteria di Stato; moltissimi Arcivescovi e Vescovi, i Parenti di Sua Santità, l’Ecc.mo Corpo Diplomatico, la Prelatura Romana, i Dignitari della Corte Pontificia e le alte Cariche della Città del Vaticano; le Delegazioni del Sovrano Ordine Militare di Malta e della Nobiltà Romana; della Pontificia Accademia delle Scienze. Dei parenti del novello Beato erano presenti il Signor Giorgio Guanella, la Signora Angela Della Morte, il Rev.do Don Virgilio Levi ed i fratelli Felice Guanella e Lorenzo S. J., nipoti di Don Luigi Guanella.

Imponenti i pellegrinaggi: da ogni città italiana nella quale i Guanelliani svolgono il loro apostolato di istruzione ed educazione della gioventù povera ed abbandonata e di assistenza a vecchi e minorati fisici e psichici ed esercitano il ministero sacerdotale e parrocchiale. Erano giunte rappresentanze numerose con pellegrinaggi da Agrigento, Amalfi, Bari, Belluno, Bologna, Brindisi, Campodolcino, Fraciscio – paese natale del novello Beato -, Chiavenna, Cosenza, Forlì, varie località del Polesine, Rovigo, Sondrio, Treviso. Oltre modo importante il pellegrinaggio della diocesi di Como, con sacerdoti, religiosi, associazioni cattoliche.

Presenti anche pellegrini numerosi provenienti dall’estero: Svizzera, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Cile e Paraguay.

Tra le autorità civili le LL. EE. gli On.li Andreotti, Pastore, A. Valsecchi, Donat Cattin, Folchi, Migliori, Oggioni. Romanato, Clerici, Curti e altri parlamentari delle provincie di Como, Belluno, Novara; i Sindaci di Como, Sondrio, Pianello Lario – ove si iniziò l’Opera di Don Guanella -, Campodollcino; i Presidenti dell’Amministrazione Provinciale di Roma, di Como e di Sondrio; il Direttore Generale della RAI Dott. Bernabei.

Ai lati dell’altare erano i Gonfaloni di Como e Campodolcino.

Le musiche
La Cappella Giulia, diretta dal M.o Armando Renzi ha egregiamente eseguito, al mattino, Perosi: «Missa secunda Pontificalis»; Allegra: «Te Deum» 4 voci; Renzi: parti variabili; al pomeriggio: Mozart: «Ave Verum» a 4 voci; Renzi: «Iste Confessor » a 3 voci; Camitti: «Tantum ergo» a 5 voci; Bartolucci: «Iubilate Deo» a 4 voci.