L’AMICO DI DIO

Il messaggio consegnatoci da Don Luigi Guanella si riassume in alcuni contenuti principali che, per la loro profondità spirituale, sono un invito più alla meditazione che alla lettura.
Li riportiamo in questa sezione in rapide linee, capaci però di illuminare la vita intera e di infondervi calore.


Gesù Mediatore
Don Luigi Guanella si sente chiamato all’intimità con Dio come discepolo di Cristo.
Egli cammina con Cristo. Guarda a Dio attraverso la parola, la persona, la vita di Gesù.
Affascinato dalla persona di Gesù, il Fondatore lo segue nel movimento del suo andare al Padre e del suo amore redentivo verso gli uomini. Gesù è il tutto della sua vita, ne colma la profondità; lui solo ha parole di vita eterna; nulla conta senza di lui.
In particolare il Fondatore ama riguardare Gesù a partire dal suo Cuore.
Nel linguaggio biblico “cuore” significa l’intimo dell’uomo, ciò che in lui vi è di più determinante: è dal cuore che si comprende il valore di una vita. Definire Gesù dal suo Cuore significa contemplare Cristo come amore: nei grandi misteri dell’Incarnazione, della Pasqua e dell’Eucaristia, don Guanella coglie soprattutto, e con sconvolgente passione, la rivelazione dell’amore.
Nell’amore di Cristo si rivela l’amore del Padre. Attraverso Gesù e in identificazione con Cristo, egli scopre la “buona novella” che finirà per incantargli l’anima: che cioè Dio è davvero nostro Padre.

 

Dio Padre misericordioso
Don Guanella sa di trovarsi davanti al Dio infinito, sommo oltre ogni balbettìo di pensiero, fonte suprema e sintesi di tutto ciò che nell’universo è bellezza, bontà, intelligenza, amore, forza, potenza… Nei suoi scritti il egli ama contemplare Dio attraverso i segni delle creature: sovente si scioglie in canti penetrati di poesia.
Nulla però è paragonabile alla rivelazione della paternità di Dio.
Questa verità in don Guanella diventa più che una certezza di fede; si trasforma in esperienza vissuta con immediatezza. In unione con Cristo, sente vicina e piena d’amore la presenza del Padre; vive di lui con atteggiamento filiale.
Le tappe della sua esistenza gli appaiono comprensibili unicamente alla luce della paternità di Dio; origine, infanzia, giovinezza, sacerdozio, ricerca delle vie della Provvidenza, notti e giorni plasmati di silenzi, impulsi interiori ed improvvise chiarezze… acquistano davanti ai suoi occhi il valore di una storia disegnata conforme all’immagine del Figlio suo, il Primogenito di molti fratelli.
Anche lui si comprende come figlio chiamato alla vita per amore, cercato con una grazia sproporzionata a ciò che noi siamo. Attesi se lontani, abbracciati e perdonati nel ritorno a casa, sempre siamo sostenuti e avvolti dalla sua energia creatrice di Padre. Un Padre misericordioso, che viene in soccorso all’uomo incapace ed abbattuto.
Un Padre che si china sul suo bambino, lo solleva da terra e lo porta all’altezza del suo volto con tenerezza infinita. Un Padre, il cui amore scorre come invisibile meraviglia nell’intimo delle cose e degli eventi: sole, pioggia, monti e torrenti, greggi e messi dei campi, gigli e passeri, non sono cose morte, ma creature del Padre, segni e doni di Lui, anch’esse amate, guardale e trovate “buone” come all’alba della creazione.


Dio Padre provvidente
Per un bambino la cosa più importante nel suo rapporto con il padre è il fatto che il papà sia lì, vicino a lui. La sua presenza lo riempie di gioia; gli infonde quiete; dissipa le paure; incoraggia l’attenzione, forma il carattere.
Don Luigi si ritiene un fanciullo davanti a Dio. Lo sente sulla linea sperimentata a Fraciscio, suo paese natale, ed esaltata dalla sua fantasia di pastorello: Dio é un papà che non può stare a lungo lontano dal figlio; che pensa, vuole, ama il Figlio; che ha bisogno di lui; che cammina, gioca, apre il suo cuore, fa progetti, lavora e dona la sua vita perché suo figlio cresca.
La Provvidenza viene percepita così, come impegno a favore dei suoi figli, specialmente per quelli che nella famiglia sono più piccoli e deboli. Verso gli ultimi sono infatti riservate le attenzioni più delicate e continue. Con loro in maniera particolare il cuore del Padre si rivela intuitivo, concreto.
Nella realtà paterna di Dio egli scorge, inoltre, le ragioni della propria confidenza filiale: la Provvidenza divina conosce gli enigmi del mondo, sa ciò che c’è nell’uomo e che cosa riserva l’avvenire. Ha conoscenza e disegni grandi, di cui sono già stati rivelati elementi mirabili nella storia biblica. La Provvidenza ha forza per intervenire lungo i sentieri dell’uomo; ha volontà di compiere insieme il cammino; le iniziative più decisive della riuscita umana sono pur sempre nelle Sue mani. Ci si deve fidare di Dio! La Provvidenza esiste.
Tutt’altro che mortificare la creatività umana, il Padre la sollecita: egli coinvolge i suoi figli nell’opera che va compiendo nel mondo, chiama alla collaborazione. Anzi, Lui per primo allarga gli orizzonti, dischiude lo spirito dei figli alle dimensioni vaste della molteplice realtà.
Con delicatezza, ma anche con fermezza educa al vigore, alla tenacia, all’ardimento; brama condurre alla responsabilità, alla gioia di farsi cooperatori nella costruzione di se stessi e della storia.

 

Risposta filiale
La consapevolezza della paternità misericordiosa e provvidente di Dio, mentre origina un senso di evangelica beatitudine, suscita insieme un vivissimo dinamismo di risposta. La trama di questa risposta viene trovata da don Guanella in modo unico nel Vangelo.
Non esiste modello più splendido di Gesù, il Figlio per eccellenza. Come Lui, ricerca la volontà del Padre, se ne nutre per vivere; perciò prega, ascolta, accetta con sottomissione attiva e affettuosa.
Il fatto filiale induce all’imitazione: occorre farsi misericordioso e riflettere quanto più gli è possibile il volto del Padre nelle sue caratteristiche di amore totale, di preferenze per i più poveri, di pazienza, di instancabile fuoco di carità. Si pone dunque sulle tracce del Maestro, cercatore dei poveri con le istanze del Buon Pastore, con la generosità del Buon Samaritano.
E tra i poveri predilige quelli che non ce la fanno a venire avanti da soli, o che si sono perduti. Va con il progetto di fare tutti insieme la grande famiglia di Dio: una fraternità di stima e di comunione, uniti intorno a Cristo, nostro Fratello maggiore. Si lascia condurre dalla Madre della divina Provvidenza: esperta nell’educare il Primogenito, Maria ci è data come colei che ci forma, ci educa, ci dona al Padre.

Don Guanella

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