Processi Informativi Diocesani di Como (1923 -1929)
Il 10 febbraio 1923 viene costituito a Como il Tribunale diocesano per i Processi Informativi Diocesani sulla fama di santità del Servo di Dio Don Luigi Guanella. Tale Processo durò, con fasi alterne ed incerte, fino al 21 maggio 1929, quando venne chiuso a Como e quindi consegnato a Roma, presso la S. Congregazione dei Riti, il 6 giugno 1919.
In tale Processo furono ascoltati 44 Testi, di cui 27 presentati dal Postulatore e 117 sentiti ex officio. Abbraccia 209 pagine di manoscritti. Postulatore: D. Gualtiero Disler; Vice-Postulatore: D. Giacinto Turazza.
Processi Informativi Diocesani di Milano (1923 – 1930)
Il 20 novembre 1923 viene costituito a Milano un secondo Tribunale Diocesano per un altro Processo informativo, che viene chiuso il 13 dicembre 1930 e consegnato a Roma nello stesso mese di dicembre. In esso vengono sentiti altri 44 Testi, di cui 40 presentati dal Vice-Postulatore e 4 sentiti ex officio. E’ il Processo Diocesano più voluminoso (pag. 266) e più importante perchè vi figurano le deposizioni di eminenti Personalità (P. Agostino Gemelli, P. Giustino Borgonovo) e di quei e di quei confratelli che vissero accanto al Santo Fondatore e ne raccolsero l’eredità (Mons. A. Bacciarini, D. L. Mazzucchi, D. M. Cugnasca, ecc.).
Contemporaneamente vengono tenuti altri due piccoli Processi per Rogatoria, nel 1926 presso l’Abbazia di Camaldoli per ascoltare la deposizione del P. Gerolamo Bianchi: nel 1925-26 ad Adria, per ascoltarvi 5 testi importanti, e nel 1927 a Pisa per le deposizioni del cistercense Francesco Triaca.
Il piccolo Processo sugli Scritti e la loro approvazione
Gli scritti dell’allora Venerabile Don Luigi Guanella, vennero raccolti per un piccolo Processo tenuto a Como dal 20 ottobre 1928 al 14 maggio 1929, e consegnato a Roma il 6 giugno dello stesso anno. Gli scritti presentati sono:
a) 58 libretti di modesta consistenza, che contengono prediche, discorsini e trattano di argomenti vari di indole religiosa;
b) numerose lettere indirizzate ai Sacerdoti della Congregazione e alle Figlie di S. Maria della Provvidenza. Tema principale trattato: fondazione e direzione di Case;
c) pochi altri manoscritti che sono, in genere, minute di regolamenti o di prediche. L’approvazione di questi scritti venne concessa da Roma col Decreto del 12 luglio 1932. Alcuni altri scritti del Ven.le furono presentati per l’approvazione successivamente e approvati il 13 aprile 1945. Si tratta di scritti pubblicati da Don Luigi Guanella sulla Divina Provvidenza, a modo di bozzetti e nei quali espone, parlando in terza persona, le vicende della sua vita travagliata e delle prime opere da Lui avviate.
Il Processo « De non cultu exhibito »
E’ stato tenuto a Como dal 21 maggio 1929 al 1 luglio 1929 e consegnato a Roma il 17 luglio dello stesso anno. Il 13 maggio 1939 si ebbe il Decreto della S. Congregazione dei riti col quale si dichiarava che erano state osservate tutte le norme e le prescrizioni di Urbano VIII circa il culto verso i Servi di Dio.
Lo Studio sull’Introduzione della Causa (1931-1939)
Dal 1930 la Causa di Don Guanella inizia il suo iter a Roma. Sono anni nei quali i lavori sembrano ristagnare. In effetti, tutte le Cause dei Servi di Dio nei primi anni procedono a rilento, perchè si tratta di fare eseguire la cosiddetta Copia pubblica dei documenti presentati. Ora il lavoro si eseguiva col sistema delle copie fotostatiche: si fotografavano le pratiche e i documenti. Sistema allora molto più semplice, pratico e veloce, anche se più costoso. Ma richiedeva tempo e pazienza, poichè tutto doveva essere riprodotto a mano.
E’ necessario, inoltre, dopo aver scelto il Cardinale Ponente della Causa, interessare molte Personalità Religiose e Civili perchè sollecitino dalla Santa Sede l’Introduzione della Causa del Servo di Dio.
Come Cardinale Ponente venne scelto per la nostra Causa il Card. Alessandro Verde (dal 1931 al 1955). Dal 1955 è Cardinale Ponente il Card. Clemente Micara.
Dagli anni 1931 al 1937 si lavorò a preparare la “Posizione sulla Introduzione di Causa” del Servo di Dio. Questa “Posizione” constava di due Volumi di complessive 1340 pagine. Il primo Volume, steso dal 1931 al 1933 (3 dicembre), era uno studio magistrale fatto sui Processi Diocesani presentati (Summarium) steso e curato con mano maestra dall’ottimo amico Mons. Giuseppe Beltrami, attuale Internunzio Apostolico in Olanda. Si trattava di un’esposizione comparata di tutte le deposizioni raccolte nei Processi di Como e di Milano, catalogate per argomento, che trattano della vita, delle vicende e delle virtù del Servo di Dio.
Il secondo Volume, steso negli anni 1934-37, conteneva:
a) Le Lettere postulatorie inviate alla Santa Sede per patrocinare l’introduzione della Causa del Servo di Dio Don Luigi Guanella. Sono lettere postulatorie di 11 Cardinali, 58 Arcivescovi, 126 Vescovi, 51 Superiori di Ordini e Congregazioni religiose, 11 Direttori Nazionali di Pie Unioni del Transito, del Capitolo della Cattedrale di Milano e di Como, di 12 Superiore Generali di Congregazioni femminili. Inoltre lettere postulatorie di molti Parroci delle Diocesi di Como, Milano, Bergamo, di P. Agostino Gemelli, di P. Giustino Borgonovo, di Mons. F. Olgiati e di distinte Personalità laiche, quali S. E. Umberto Merlin, il Marchese Cornaggia Medici, l’ On. Achille Grandi, Mario Cingolani e molti altri.
b) L’Informatio e il Sommario sulla vita e le virtù del Servo di Dio.
c) Le obiezioni del Promotore alla Fede «se si dovesse introdurre la Causa o meno».
d) Le risposte dell’Avvocato della Causa alle obiezioni sollevate dal Promotore alla Fede «se si dovesse introdurre la Causa o no».
I due Volumi così preparati vennero presentati per la Discussione per l’Introduzione della Causa. Tale Introduzione di Causa fu approvata oralmente da Pio Xl il 21 dicembre 1938 (fu l’ultimo documento presentato a Pio XI dalla Congregazione dei Riti, per l’approvazione). Il 15 marzo successivo, Pio XII approvava e firmava l’Introduzione della Causa Apostolica (era il primo atto che la S. Congregazione gli presentava per l’approvazione)
Il Processo Apostolico di Como
Dal 20 giugno 1940 all’ottobre 1941, si tiene a Como il Processo Apostolico.
Giudici: Mons. Giovanni Libera, Can. Cesare Gasperini, Can. Leopoldo Girola, Can. G. Battista Catelli. Sottopromotore alla Fede: P. Benedetto D’Orazio. Vice-Postulatore: D. Sperandio Filisetti. Si tennero 77 Sessioni, le cui deposizioni vennero raccolte in un Volume di 1286 pagine manoscritte. Vi sono riportate le deposizioni di 34 testimoni chiamati a deporre.
La Ricognizione Canonica del Corpo del Servo di Dio (6-7 ottobre 1941)
La Ricognizione della Salma del Fondatore fu eseguita dal Tribunale Apostolico nei giorni 6 e 7 ottobre 1941 (Sessione 70.ma e Sessione 73.ma). Erano presenti il Vescovo di Como, Mons. A. Macchi, i Giudici delegati del Processo Apostolico soprannominati, il Cancelliere Vescovile D. Romeo Vercellini, i Professori Giovanni Judica e Dr. Mario Falciola, il Superiore Generale Don L. Mazzucchi, Don Martino Cugnasca. Erano inoltre presenti il Postulatore Generale Don Mauro Mastropasqua e il Vice-Postulatore Don Sperandio Filisetti. La salma conservata nel sarcofago di marmo, era racchiusa in due casse: la prima di legno e la seconda di zinco, con la parte superiore ricoperta di cristallo. Nella cassa era conservata una custodia di metallo con una pergamena che riportava un breve curriculum vitae del Servo di Dio.
Il corpo fu trovato «integro in tutte le sue parti», nel caratteristico stato conseguente all’imbalsamazione e cioè mummificato (cute ritratta, indurita, di colore nerastro, masse muscolari di consistenza lignea, ecc.). Nella Sessione 73.ma, avvenuta l’indomani, 7 ottobre 1941, la salma, «pulita accuratamente da tutte le muffe che ricoprivano il volto, le mani e le vesti, fu cosparsa di liquido antisettico atto a preservarla da danni per l’avvenire, fu rivestita di nuove vesti sacerdotali di colore viola, e fu riposta in una nuova cassa di zinco, che a sua volta fu ricollocata nella vecchia cassa di legno del 1915. Accanto fu collocato un rotolo di cristallo con una pergamena dove venivano riportati i dati principali della Ricognizione effettuata «Anno Domini 1941 ecc.». Le vesti e i frammenti, raccolti dalla prima cassa, furono riposte in una cassetta di legno sigillata col sigillo del Vescovo e consegnata al Direttore della Casa Divina Provvidenza.
Approvazione dei Processi Diocesani e Apostolico (13 aprile 1945)
Dal 1940 al 1944 si prepara il Volume o Posizione “Super validitatem Processuum”, ossia si sottopongono all’autorità della S. Congregazione dei Riti tutti i Processi fino allora eseguiti (il Processo Diocesano ed Apostolico di Como, quello di Milano e quelli tenuti per Rogatoria ad Arezzo, a Pisa e ad Adria). La S. Congregazione giudica se in questi Processi furono osservate tutte le norme stabilite, se i testi furono rettamente ascoltati e, dopo di aver chiarito perchè furono tenuti quasi contemporaneamente, per questa Causa, due Processi Diocesani (a Como e a Milano), la S. Congregazione, con Decreto del 13 aprile 1945, approvava i Processi.
La Dispensa del Can. 2101 (50 anni dalla morte)
Ottenuta la conferma della validità dei Processi, il Postulatore procedette alla preparazione di quelle Congregazioni che si richiedono per giungere al Decreto sulle virtù esercitate in grado eroico dal Servo di Dio. Queste Congregazioni sono tre: l’Antipreparatoria, che si tiene, presenti tutti i Consultori e gli Ufficiali di Curia, nel Palazzo della Congregazione dei Riti; la Preparatoria, che ha luogo in Vaticano; la Generale, che si celebra alla presenza del Santo Padre. Il Processo per l’eroicità delle virtù termina con la lettura del Decreto dinanzi al Pontefice il quale, ordinariamente, risponde all’indirizzo del Postulatore e del Generale dell’Istituto tessendo le lodi del Servo di Dio che, da quel giorno, in base al nuovo Codice, prende il titolo di Venerabile. Per giungere alla Congregazione Antipreparatoria, già nello stesso anno 1945 (15 luglio 1945) erano stati preparati l’Informatio e il Summarium sulle virtù. Si trattava di una Posizione di circa 950 pagine, nella quale furono riportate e riassunte le varie fasi della vita del Servo di Dio e la deposizione dei testi sulle sue virtù. Purtroppo si dovette attendere tre anni e mezzo prima di avere dal Promotore alla Fede (Mons. Salvatore Natucci) le osservazioni sue, dette Animadversiones, e potere preparare così l’intera Posizione per la Congregazione Antipreparatoria sulle virtù. Nel 1949 moriva Don Mauro Mastropasqua, Postulatore Generale dal 1933, e questa scomparsa segnò naturalmente una nuova stasi nello sviluppo dei Processi. Gli succedeva come Postulatore Generale, dal 1949 al 1952, il Confratello Don Vito Zollini. Finalmente il 20 aprile 1950 gli avvocati Giulio Dante e Guglielmo Felici presentavano le loro risposte alle obiezioni mosse alla Causa dal Promotore alla Fede Mons. Salvatore Natucci, e tutto il Volume, di oltre 1200 pagine, veniva presentato alla S. Congregazione dei Riti il 27 maggio 1950. Contro la eroicità delle virtù di Don Guanella il Promotore alla Fede aveva calcato la mano, ponendo l’accento su certe difficoltà più apparenti che reali, difficoltà che purtroppo erano state suggerite ed ampliate da talune deposizioni mal fatte da qualche teste poco benevolo e poco prudente, tra i quali un nipote Sacerdote di Don Guanella, un tipo definito «stravagante e di mente non equilibrata» (Positio super virt. Responsio ad Animadver., pag. 13). Ma per arrivare alla discussione sulla eroicità delle virtù era necessario superare un grave ostacolo: ossia la disposizione del Can. 2101, che stabiliva che non si poteva iniziare la discussione sull’eroicità delle virtù se non erano trascorsi 50 anni dalla morte del Servo di Dio. La concessione della dispensa da tale disposizione dipendeva unicamente dal Santo Padre il quale (stando a quanto diceva la S. Congregazione) era contrario a simili dispense. La Causa quindi rimase ferma diversi anni. Era necessario trovare il momento opportuno per inoltrare al Santo Padre la supplica. Finalmente, dietro presentazione di supplica del Superiore Generale Don Luigi Alippi, Sua Santità Pio XII, con Decreto del 20 gennaio 1954, concedeva la tanto attesa ed auspicata dispensa. Un merito particolare per tale grande facilitazione va al Cardinale Protettore e Ponente S. E. il Card. Clemente Micara.La Congregazione Antipreparatoria (13 marzo 1956)
Con la concessione della dispensa dal Can. 2l01, era aperta la via alla prima discussione sulla eroicità delle virtù del Servo di Dio, discussione che si tenne nella Congregazione cosidetta Antipreparatoria. Essa infatti fu tenuta il 13 marzo 1956, nel palazzo delle Congregazioni (S. Callisto), alla presenza del Card. Prefetto, Card. Gaetano Cicognani, del Card. Ponente, Cardinale Clemente Micara e dei Consultori e Ufficiali di Curia. Era la discussione per la quale si temeva di più. C’era infatti il pericolo che se non si fossero dissipati i dubbi e le incertezze su alcune obiezioni presentate con insistenza dal Promotore alla Fede, la Causa si sarebbe fermata per molti anni. Come era già successo precedentemente per diverse Cause simili, Pio XII era particolarmente sensibile alle difficoltà che gli venivano prospettate nelle Cause dei Servi di Dio, e fermava di autorità quelle che non gli sembravano più che sicure. Il 13 maggio successivo, invece, ci giungeva la lieta notizia che il Santo Padre, udita la Relazione del Card. Cicognani, Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti, aveva benevolmente approvato e concesso che la Causa seguisse il suo corso, col termine in uso «ad ulteriora procedatur».La Congregazione Preparatoria (28 aprile 1959)
Per la successiva discussione sulla eroicità delle virtù, si sollecitarono subito dal Promotore alla Fede, Mons. Silvio Romani, le nuove Animadversiones, che vennero consegnate il 29 maggio 1957. Esistevano ancora parecchie obiezioni da parte dei Consultori, dei quali 5 si pronunciarono subito a favore della eroicità delle virtù, ma 13 richiesero delle maggiori e più chiare delucidazioni su alcuni aspetti della vita, su frasi, su circostanze, ecc. Il loro giudizio pertanto era sospensivo, fino a tanto che non fossero portate maggiori prove. Le risposte dell’Avvocato Giulio Dante furono consegnate il 1° ottobre 1958. Egli vi lavorò per circa un anno e mezzo. Si trattava di dissipare ogni dubbio sulla Santità del Servo di Dio. Fu necessario, fra l’altro, presentare uno studio particolare di un medico specialista che spiegasse scientificamente gli effetti ai quali può condurre la grave malattia dalla quale fu affetto Don Guanella nei suoi ultimi giorni (il suo fu un fisico provato contemporaneamente da tre gravi malattie: diabete mellito trascurato, ipertrofia della prostata, con grave stato di intossicazione dell’organismo, apoplessia), e spiegare così come mai nel parossismo della malattia avesse potuto pronunciare certe parole di lamento che erano sembrate motivo di difficoltà nei Processi. Fu necessario inoltre far fare un’inchiesta presso le Suore e i Confratelli più anziani per accertare la verità o meno di alcuni fatti ingiustamente attribuiti al Fondatore. Risultò così l’infondatezza di tali accuse, e la Causa potè procedere più speditamente. Infatti i voti sospensivi che nella Congregazione Antipreparatoria erano stati 13, in quella Preparatoria del 28 aprile 1959 si ridussero a 5 soltanto. Questa Congregazione si tenne nel Palazzo Vaticano alla presenza di 12 Cardinali, degli Ufficiali di Curia e dei Consultori. Il numero dei partecipanti era di circa 35. Per la verità, ci fu questa volta un voto negativo, e precisamente di un Cardinale, il quale così si espresse: “Sarò ben lieto se un giorno il Servo di Dio potrà essere annoverato nel numero dei Beati. Ma perchè ora si richiede il mio modesto parere, devo dichiarare che esso è negativo”. Ma Don Guanella avrebbe poi eliminato ogni dubbio con la voce dei miracoli che, a detta del Promotore alla Fede P. Ferdinando Antonelli, “sono stati una chiarissima risposta del Servo di Dio contro tutte le difficoltà mosse alla santità della sua vita”.La Congregazione Generale (6 marzo 1962)
Con il giudizio favorevole del nuovo Promotore alla Fede, P. Ferdinando Antonelli O. F. M., grande ammiratore dell’Opera nostra di Roma, il quale presentò una relazione che chiariva tutti i dubbi e le difficoltà lasciate in sospeso nelle precedenti Congregazioni, si arrivò così alla Congregazione Generale del 6 marzo 1962, alla presenza del Santo Padre Giovanni XXIII. In questa circostanza tutte le obiezioni furono risolte, per cui il 6 aprile successivo, sempre alla presenza del Santo Padre, fu letto il Decreto sulla eroicità delle virtù del Servo di Dio. Questo Decreto, secondo quanto disponeva il Diritto, fu affisso alle porte delle Chiese di Roma, della Diocesi di Como, di Milano e fu inviato a tutte le nostre Case. In entrambe le Riunioni del marzo e del 6 aprile, il Papa esaltando la figura di Don Luigi Guanella, rievocò, con la sua solita affabilità e benevolenza, i suoi incontri col nostro Santo Fondatore e con alcuni nostri Confratelli anziani. Così si era giunti felicemente alla solenne proclamazione della eroicità delle virtù del Santo Fondatore. Mancava ora la prova dei miracoli, “Ma – diceva il Santo Padre – il più grande miracolo di Don Luigi Guanella sono le sue grandi opere di carità”.Don Guanella
La Beatificazione
La Canonizzazione


