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A Dio Santo Padre: Lettera della Famiglia guanelliana a Papa Francesco

Carissime/i Consorelle, Confratelli, Cooperatori e Cooperatrici,

 

Papa Francesco è stato chiamato alla Casa del Padre e ha salutato tutti il giorno di Pasqua, con la benedizione Urbi et Orbi e il “pellegrinaggio” tra i fedeli assiepati in piazza San Pietro, come un pastore buono che vuole stare in mezzo al suo gregge sino a offrire la vita.

Lo confermano le parole finali del suo testamento:

“La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”.

Ci uniamo al cordoglio di tutta la Chiesa e di tante persone che nel mondo hanno saputo riconoscere in Papa Francesco un uomo di Dio, un avvocato dei poveri e degli emarginati, un testimone saggio e coraggioso dei valori più grandi dell’umanità…

Ringraziamo il Signore per il dono della sua esistenza, feconda di messaggi evangelici di verità e di amore, fatti di parole, di scritti, di insegnamenti, ma soprattutto di gesti autentici e profetici.

Vogliamo anche noi far risuonare il nostro piccolo ricordo personale, riandando all’Udienza generale che Papa Francesco concesse alla Famiglia Guanelliana in occasione dell’anno centenario della nascita al cielo di don Guanella, 12 novembre 2015.

Prima di tutto un gesto che non ha bisogno di commenti.

Il cerimoniale prevedeva che al termine dell’Udienza un gruppo di rappresentanti, scelti dalle Figlie di S. Maria della Provvidenza, dai Servi della Carità e dai Guanelliani Cooperatori, provenienti da varie parti del mondo, avrebbero baciato la mano al Santo Padre. Erano disposti nelle prime file sulla sinistra dell’Aula Paolo VI, pronti a salire sul palco, ma Papa Francesco è sceso invece dall’altra parte e ha scelto di salutare una per una tutte le persone, disabili e anziane, che vi erano schierate sulle loro carrozzine.

E poi le parole di un discorso che sembra avvalorato dalla vita stessa di Papa Francesco.

Nell’incontro festoso e solenne il Santo Padre ha provato ad immaginare che cosa il Fondatore avrebbe voluto dire per confermare la sua Famiglia nella fede, nella speranza e nella carità, e ha pensato a tre verbi concreti: fidarsi, guardare e affrettarsi.

“Fidarsi. La vita di Don Guanella ha avuto al centro la certezza che Dio è Padre misericordioso e provvidente. Questo era per lui il cuore della fede: sapersi figlio sempre amato, di cui il Padre si prende cura, e quindi fratello di tutti, chiamato a infondere fiducia. Dio è padre e non riesce a non amarci. Nemmeno è capace di stare lontano dai suoi figli. Se siamo distanti da Lui, veniamo attesi; quando ci avviciniamo, siamo abbracciati; se cadiamo, ci rialza; se siamo pentiti, ci perdona. E desidera sempre venirci incontro”.

Sentirsi figlio sempre amato … fratello di tutti … nella certezza che Dio desidera sempre venirci incontro: non è forse una bella sintesi anche della spiritualità di Papa Francesco, che ha fatto della misericordia la strada maestra della nuova evangelizzazione?

Il secondo verbo è guardare. Il Padre creatore suscita anche la creatività in coloro che vivono come suoi figli. Allora essi imparano a guardare il mondo con occhi nuovi, resi più luminosi dall’amore e dalla speranza. Sono occhi che permettono di guardarsi dentro con verità e di vedere lontano nella carità. A questo sguardo gli altri non appaiono come ostacoli da superare, ma come fratelli e sorelle da accogliere…Nel mondo non mancano mai i problemi e il nostro tempo conosce purtroppo nuove povertà e tante ingiustizie. Ma la più grande carestia è quella della carità: servono soprattutto persone con occhi rinnovati dall’amore e sguardi che infondano speranza.

Avere occhi capaci di guardarsi dentro con verità e di vedere lontano nella carità … vedere gli altri non come ostacoli ma come fratelli e sorelle da accogliere … combattere la carestia della carità: un programma “guanelliano” che Papa Francesco ha vissuto in pienezza, con gesti profetici, che hanno risvegliato la Chiesa, scosso l’indifferenza di tanti e infuso speranza.

E infine, affrettarsi… Come il Padre è delicato e concreto nei riguardi dei figli più piccoli e deboli, così anche noi non possiamo far attendere i fratelli e le sorelle in difficoltà, perché – sono sempre parole di Don Guanella – “la miseria non può aspettare. E noi non possiamo fermarci fino a quando ci sono poveri da soccorrere!”. La Madonna si affrettò per raggiungere la cugina Elisabetta (cfr Lc 1,39). Anche noi ascoltiamo l’invito dello Spirito ad andare subito incontro a chi ha bisogno delle nostre cure e del nostro affetto, perché, come insegnava san Luigi, “un cuore cristiano che crede e che sente non può passare davanti alle indigenze del povero senza soccorrervi”.

Non possiamo far attendere i fratelli e le sorelle in difficoltà … : la sollecitudine del Santo Padre ha spinto la Chiesa ad uscire verso le periferie, ad accogliere tutti, ad alzare la voce in difesa degli oppressi, a cercare ogni mezzo per promuovere la riconciliazione, la pace, la fratellanza.

Nel ricordo di quella Udienza uniamo alla preghiera di suffragio per Papa Francesco l’impegno ad attingere luce e forza dalle sue parole, dal suo esempio e dalla sua intercessione, per vivere in modo degno la nostra vocazione guanelliana.

E’ una fonte sicura, poiché, come ci ricorda il Santo Fondatore: “Lo Spirito Santo a guisa di luce purissima rischiara la mente del Pontefice. La luce di Spirito Santo, dalla persona del Vicario di Gesù Cristo, si espande in chiarore di fiammella lucente nella mente e nel cuore di tutti i fedeli, che sono i figli devoti a colui che in terra tiene le veci del Signore e Salvatore nostro”. (Vol.III p.964)

Il Santo Padre Francesco ci ha lasciato il 21 aprile, anniversario della beatificazione di suor Chiara, ci piace immaginarli insieme, con don Guanella e tutti i Santi, immersi nell’abbraccio del Padre, il cuore colmo di gioia e di amore e gli occhi aperti ai bisogni dei fratelli e delle sorelle ancora pellegrini nel mondo.

Ci accompagni il suo saluto al termine dell’Udienza alla Famiglia Guanelliana:

La vostra famiglia è sorta nella fiducia del Padre, sotto lo sguardo di Gesù e nelle mani materne di Maria.

Vi ringrazio per il bene che fate e vi incoraggio a continuare, senza stancarvi.

Vi benedico tutti con affetto. E vi chiedo per favore di pregare per me. Non dimenticatemi!

 

Padre Umberto Brugnoni SdC

Dott. Antonio Valentini GC

Sr Neuza Maria Giordani FSMP

 

 

 

Roma, 21 aprile 2025